CONFARTIGIANATO – Un’alleanza concreta per combattere la recidiva attraverso il lavoro e la formazione. È questo il cuore dell’accordo siglato presso il CNEL in occasione della seconda edizione di “Recidiva Zero. Studio, formazione e lavoro in carcere e fuori dal carcere”, che ha visto l’adesione di 16 tra le principali organizzazioni rappresentative delle categorie produttive italiane, tra cui Confartigianato, Confindustria, Coldiretti, CNA, Confcommercio, Legacoop.
Il protocollo d’intesa sancisce la nascita di un Segretariato permanente per l’inclusione economica, sociale e lavorativa delle persone private della libertà personale, con l’obiettivo di rendere strutturali e coordinate a livello nazionale tutte le esperienze di reinserimento già in atto, superando la frammentarietà e costruendo un sistema stabile, efficace e capillare.
L’accordo mira a trasformare gli istituti penitenziari da luoghi di espiazione a spazi di opportunità, restituendo dignità e prospettiva a chi sconta una pena, con un impatto sociale potenzialmente dirompente: abbattere il tasso di recidiva attraverso l’inserimento lavorativo e la crescita delle competenze professionali.
Grazie al Segretariato, le organizzazioni firmatarie si impegnano a sviluppare iniziative imprenditoriali all’interno dei 189 istituti penitenziari italiani, recuperando spazi dismessi o inutilizzati, e valutando anche percorsi di impiego esterno per detenuti ed ex detenuti. L’accordo prevede inoltre attività di monitoraggio dei fabbisogni professionali e formativi, creazione di piani di fattibilità progettuali, azioni di donorship per finanziare interventi, sviluppo di marchi “made in carcere” e la realizzazione di una piattaforma digitale open source che metta in rete domanda, offerta e progetti in modo trasparente e condiviso.
Tra gli strumenti messi in campo, spicca l’estensione del SIISL – Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa, la piattaforma digitale del Ministero del Lavoro gestita da INPS, già sperimentata in otto istituti penitenziari di Piemonte, Veneto, Lazio e Sicilia. Il sistema – arricchito da algoritmi di intelligenza artificiale – consente di costruire percorsi personalizzati per i detenuti, incrociando le loro competenze con le offerte formative e le opportunità lavorative reali, in sinergia con i programmi GOL e con i sistemi informativi territoriali.
Il protocollo non è solo un’intesa tecnica, ma rappresenta un patto di responsabilità tra istituzioni, imprese e società civile. «Nessun sistema, neanche il più evoluto – si legge nella nota del CNEL – può essere davvero efficace senza l’assunzione di responsabilità dei corpi intermedi, che costituiscono i pilastri del nostro sistema economico e sociale». In questo quadro, il CNEL si candida a svolgere un ruolo di regia strategica, come hub nazionale per la costruzione di una rete sinergica e stabile tra pubblico e privato, capace di incidere davvero sulla vita delle persone e sul tessuto sociale del Paese.
L’obiettivo finale è chiaro: fare in modo che nessuno, una volta uscito dal carcere, sia costretto a tornarvi. E perché questo accada, il lavoro è la chiave.
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